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IL PIOPPO PIO SI RACCONTA
Mi sono detto: perché la morte deve essere la fine di tutto? Non potrebbe essere l’inizio di una nuova avventura?
Questi i miei pensieri mentre la linfa raggiungeva con sempre più fatica l’estremità dei miei rami e un’allegra colonia di punteruoli rossi banchettava nel mio tronco.
Da più di un secolo me ne stavo lì, in primavera ad accogliere i nidi dei passerotti e lo scrutare dei corvi, in estate ad allietare i passanti con l’ombra ed il fruscio danzante delle mie foglie. L’autunno, poi, mi colorava di giallo fino ad avvolgermi con un mantello regale che lentamente si adagiava a terra per tornare a nutrire il suolo. Quando mi ritrovavo spogliato anche dell’ultima foglia, era tempo di andare a dormire e, salutato quel matto del solstizio invernale, zitto zitto mi assopivo.
Andò così fino a mercoledì 21 dicembre 2016 quando mi addormentai con la sensazione che, al mio risveglio, non ci sarebbero state né nuove gemme, né antiche speranze di ombreggiare la spiaggia.
Avevo ragione, la primavera arrivò puntuale, tutt’attorno gli amici esultavano mostrando le loro nuove acconciature che si arricchivano ogni giorno di più, mentre io restavo nudo.
Il destino mi aveva fermato e io mi sentivo come un vegliardo che se sta in disparte mentre i polloni gli svettano accanto incuranti della profonda saggezza che abita le vecchie cortecce.
Sapevo bene che la mia storia sarebbe finita in un caminetto, ma mi diedi tempo e aspettai un paio di primavere; la prima per accettare l’idea del mio nuovo status, la seconda per permettere a un fico di farmi visita e godere insieme di una manciata d’albe.
Poi arrivò lo scorso giovedì 4 aprile e quel giorno decisi di dettare i miei propositi a una scrittrice che avevo spesso visto ispirarsi all’ombra delle mie fronde. Bianca mi prese sul serio, protocollò la lettera in Comune a Manerba del Garda e pochi minuti dopo il Sindaco Bertini si trovava fra le mani il testo che segue:
l famoso pioppo seccato in piedi in fondo alla passeggiata a lago di Manerba, quasi al confine con San Felice, in una notte di luna piena e fichi secchi, dettò paro paro i suoi desiderata:
Non potete segarmi al piede e buttarmi perché ho ancora tanta bellezza da dare a questo mondo.
Intanto, per essere chiari, sto ospitando un coraggioso fico nato all’altezza del mio ginocchio, ma tagliandomi appena sopra questo germoglio e regalandomi un tetto, potrò continuare a donarvi protezione, sapienza, fiducia, sorrisi. Come?
Guardate l’immagine a latere e fate di me una mini biblioteca poliglotta sempre aperta e a libera disposizione dei passanti. Chi vorrà potrà prendere in prestito un testo da leggere in spiaggia o donarmi un libro perché altri lo possano apprezzare.
Vorrei che ci fossero alcuni classici della letteratura e della spiritualità insieme a pagine divertenti, scanzonate, appassionate, salutari, piacevoli e leggere.
Se poi de coccio siete, de coccio resterete, ma io sarò sempre qui ad offrirvi occasioni di lettura e di condivisione per farvi assaporare la bellezza che da sempre riverso su di voi.
E così, sotto lo sguardo benevolo del monte Baldo, insieme al cielo adorno di nuvole che non si oppongono al vento, al rosa del tramonto che dipinge il golfo, alla piacevole frescura del lago, io continuerò ad essere amore incondizionato. E voi, con me.
Il vostro pioppo Pio
A parte il fatto che in comune a Manerba tutti pensavano si trattasse di uno scherzo, al Sindaco venne il sospetto che così non fosse e che un vecchio pioppo sulla riva del lago, potesse veramente essersi proteso al punto da protocollare una domanda.
Ed eccomi qui a vostra disposizione anche di notte grazie a un pannello solare che nel buio fa brillare in me tante minuscole lucine.
Adesso che vi ho raccontato in che modo sono rinato, sappiate che non è tutto: siccome con la faccenda dello scrivere ci ho preso gusto, ho messo al mio fianco una cassetta delle lettere perché altri possano condividere con me i loro progetti e le loro idee su come poter diffondere bellezza e gentilezza a Manerba, e ovunque nel mondo.
In quanto ai libri che sceglierò personalmente, scriverò su ognuno due righe di recensione; ogni lettore che prenderà in prestito o farà dono di un testo, potrà fare altrettanto così da sentirci tutti parte di un unico tronco perché…
… anche se le sferzate della vita possono ferire la nostra corteccia, strapparci le foglie, gelarci la linfa nelle vene e spezzare i nostri rami, finché esisterà un tronco, sarà sempre possibile rinascere.
il Pioppo Pio
Adesso che Pio è nato, adoro prendermene cura; oggi ho messo sulla sua “testa” alcuni semi di margherite insieme a qualche manciata di terra lanciata anche sul piccolo fico che da due anni resiste aggrappato alla corteccia. Ero lì che annaffiavo le sementi, quando è arrivato un tipo venuto appositamente in pellegrinaggio per vedere la biblioteca; insieme abbiamo commentato il fico che è nato dal pioppo e che sta crescendo.
L’uomo ha tratto uno dei messaggi che il Pioppo testimonia, cioè la vita che va oltre la morte: si è pioppo, poi un giorno si diventa fico e persino biblioteca!
Pio oggi ha aiutato questo signore a credere nell’aldilà e io mi sono detta: «Pensa te che appuntamento aveva questa persona e che fortuna per me essere stata lì!»
Pio rappresenta la vita di ognuno di noi: intanto per raggiungerlo bisogna camminare a piedi lungo la spiaggia con lo sciabordio del lago di sottofondo, poi c’è lo stupore di trovarsi innanzi un tronco centenario con una finestrella aperta su tre ripiani pieni di libri e quindi di possibilità.
È un percorso a sette gradini: sul primo si cammina per raggiungere la meta perché siamo esseri liberi ed è la volontà che ci mette in moto, sul secondo si apre una porticina il che richiede una nostra azione, sul terzo si sceglie fra i libri, cioè fra le possibilità della vita, sul quarto ci si lascia o meno plasmare dalle parole che ci raggiungono nel profondo. Sul quinto si rende il libro tornando a trovare il Pioppo, sul sesto lo si ringrazia e sul settimo si diventa a propria volta dono per chi ci incontrerà.
Pio rappresenta l’amore incondizionato, il motore della vita, la bellezza dell’umanità ed è lì, fermo, a lasciarsi frustare e accarezzare, accettando e oltrepassando entrambe le polarità dell’esistenza.
Grazie Pio!
Bianca Brotto
NATALE 2020I regali del Pioppo Pio
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