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IN OGNI COSA VEDO QUALCOSA DI PIÙ GRANDE

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Si chiama Siluana e abita in Romania in un paesino di montagna vicino alle vecchie miniere e ai monaci eremiti. La sua giornata inizia occupandosi della neonata di 2 mesi, poi del padre paralizzato, infine degli altri quattro figli.

Suo marito passa la vita al bar; è un bravo muratore ma, quando lavora, quel che guadagna «se lo beve tutto» racconta Siluana che, figlia di genitori alcolizzati, si è scelta quell’uomo sempre ubriaco «perché aveva un cuore buono» dice.

A casa è tutto sulle spalle di Siluana ed è tipico vederla, insieme ai figli, pitturare una ringhiera o spaccare legna. Sembrerebbe una vita grama, la sua, se non fosse che lei è gioiosa. Di più. Radiosa.

«In ogni cosa vedo qualcosa di più grande» afferma. Per questo non si lamenta mai e ha sempre la battuta pronta. I figli hanno la sua stessa serenità mentre assolvono le varie responsabilità quotidiane. 

«Sto dando loro quel che non ho avuto io. Siamo una bella squadra - esclama ridendo - e perché abbiano riferimenti maschili sani, li porto spesso dai monaci eremiti».

Non hai mai pensato di separarti?

«Sì - risponde - ma un monaco mi ha detto: se lasci tuo marito, i bambini non saranno più di nessuno, non cresceranno bene».

Siluana sente inoltre che quell’uomo le è stato affidato e lo accetta senza più aspettative.

Al primo posto, sostenuta dalla fede, ha messo i figli.

La sua pace mi disorienta ma, ascoltandola, la sua allegria dipana la mia nebbia. Mi chiedo quale sia il suo segreto ed eccolo farsi strada fra le parole:

«Ero piccola. Una notte - racconta - io e mamma, buttate fuori casa da papà, siamo andate a dormire in un campo di patate.

Lì, guardando il cielo stellato, mi sono sentita inondare da una luce d’amore totale e il fatto che avessi fame e freddo non aveva più alcuna importanza. Avevo tutto».

È così che ha avuto inizio la sua connessione con l’oltre.

«Non mi manca nulla - dice - quando ho bisogno di qualcosa chiedo alla Madonna che, essendo madre, mi capisce. Un esempio. Avevo una macchina piccola e le ho detto: siamo alle strette».

Daniel, l’amico che era con Siluana e traduceva, ha inquadrato la risposta del Cielo: una spaziosa monovolume bianca.

«Quando Siluana passa davanti ad una delle icone della Madonna che ha in casa - racconta Daniel - si ferma e china il capo. Capisci? Non passa dritta. Ogni volta lei si ricentra. Per questo non è mai presa in modo assoluto dai pensieri della vita. Si fida e affida totalmente, come se Dio le preparasse sempre qualcosa di bello».

Desidera avere altri due figli, Siluana, «perché il mondo ha bisogno di persone valorose».

Qual è il motivo che ti fa alzare il mattino? Chiedo.

«Non serve alcun motivo - risponde - è bello svegliarsi e andare subito all’icona di Maria a pregare».

Il senso della vita?

«Da Dio siamo partiti e a Dio torniamo; questo percorso è mântuiri (salvezza, redenzione), quindi va vissuto al meglio possibile nella riconoscenza e nella gratitudine».

Il «mântuiri» di Siluana mi resta scolpito dentro insieme ai suoi occhi ridenti mentre allatta e parla di sé. È qualcosa di immenso. Non so cosa sia. Mi inchino e ringrazio questa grande donna. Le sue parole sono una carezza per me e, forse, forse lo sono anche per te.

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